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Ogm

Ogm

La sigla Ogm indica gli organismi geneticamente modificati, i quali si differenziano da quelli transgenici dal momento che questi ultimi prevedono l’inserimento di un gene di natura diversa da quella dei segmenti comunemente presenti all’interno della specifica specie, mentre i veri Ogm non contemplano l’inserimento di nessun gene. Essi vengono ottenuti mediante un particolare processo di modificazione a livello ingegneristico, sul versante biologico, e possono essere utilizzati per diversi scopi.

Tutti noi siamo soliti allarmarci quando sentiamo o leggiamo la dicitura Ogm, dal momento che il senso comune ci ha abituati a considerare tali organismi come nocivi per la salute e, in effetti, al giorno d’oggi tutti i prodotti che è possibile reperire in commercio a livello alimentare sono obbligati a riportare la scritta “senza Ogm”, al fine di consentirci di identificarli come commestibili e che non rischiano di produrci danni all’organismo.
In realtà, gli Ogm di per sé non sono nocivi, dal momento che tale sigla indica solamente degli organismi che sono stati modificati da mano umana, addizionando alcuni principi al fine di ottenere determinati prodotti. E’ l’utilizzo scorretto e la loro introduzione in determinati alimenti o bevande che li rende pericolosi.

La prima tipologia di organismo geneticamente modificato risale al 1973 all’interno dell’Università della California, dove due studiosi riuscirono a isolare il gene di un rana e clonarlo, per poi in seguito impiantarlo in un differente organismo, dimostrando come era possibile effettuare tale operazione da applicare ai diversi casi scientifici. S. N. Cohen e e H, Boyer, ovvero i due studiosi di biologia molecolare che effettuarono tale esperimento, riuscirono a sfatare un imponente mito nel panorama della biologia sperimentale e furono insigniti di premi molto importanti.
Come è avvenuto per talune altre modificazioni genetiche che, pur essendo partite come semplici studi effettuati da biologi esperti in sperimentazioni molecolari che, a distanza del tempo, sono state utilizzate per scopi meno nobili provocando seri danni all’ambiente e alla popolazione, così è avvenuto anche nel caso degli Ogm.

Al giorno d’oggi è acceso il dibattito relativo agli Ogm, ovvero gli organismi geneticamente modificati, dal momento che alcuni mercati vorrebbero utilizzarli per la produzione e commercializzazione di taluni prodotti, mentre altre realtà si manifestano come assolutamente contrarie a utilizzare quanto non sia presente in natura e abbia subito un processo di trasformazione a livello genetico. Tra i numerosi panorami in cui il settore dell’Ogm sta facendo prepotentemente il suo ingresso vi è quello degli animali domestici, con il caso di Taiwan che nell’anno 2003 ha commercializzato numerosi animali che avevano subito delle modifiche a livello genetico di importante rilievo.

Prendendo il caso della famosa pecora Dolly che tutti ben ricordiamo, sono stati annotati alcuni vantaggi derivanti dall’utilizzo degli animali geneticamente modificati: nella fattispecie degli ovini, ad esempio, la possibilità di ottenere un maggior quantitativo di latte e la presenza di livelli elevati di caseina, uniti all’opportunità di ottenere del latte senza la presenza del lattosio, ideale per coloro che soffrono di un’intolleranza a tale principio nutritivo.

La questione relativa agli organismi geneticamente modificati è tutt’oggi ancora aperta; aspettiamo di valutare ciò che ci riserverà il futuro prima di decidere se possono rappresentare una frontiera del nuovo millennio o se, invece, è opportuno abbandonarli definitivamente.