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DOP

DOP

La sigla DOP indica i beni a Denominazione di Origine Protetta, ovvero quelli prodotti in una determinata regione o in una località specifica, in modo che il consumatore, al momento dell’acquisto, sappia da dove proviene un determinato prodotto e abbia la sicurezza di consumare un bene di alta qualità.

Il fattore umano, ovvero quello legato alla produzione, alle tecniche impiegate e ai diversi metodi di conservazione e lavorazione della materia prima, unito al fattore naturale, concernente il clima e le condizioni atmosferiche e ambientali, sono i due principali elementi che occorre tenere assolutamente in considerazione quando si effettua la produzione di un bene.

Qualora, ad esempio, voleste far crescere una palma sana e rigogliosa, difficilmente la posizionereste in un ambiente eccessivamente freddo come, al contrario, non innaffiereste in maniera cospicua un cactus o una pianta grassa, altrimenti morirebbe. Tale principio è molto semplice da apprendere ed è il medesimo che viene applicato nella produzione e realizzazione dei beni alimentari che riportano la sigla DOP.

Il regolamento numero 5 dell’anno 2006, introdotto dalla Comunità Europea, detta alcuni principi guida per la realizzazione dei prodotti di denominazione di origine protetta, i quali devono necessariamente provenire da un produttore facente parte di un’associazione (dunque non da un singolo individuo) e rispettare numerosi standard di qualità per poter essere riconosciuti tali all’interno del mercato.

Oltre ai prodotti agricoli e alimentari, anche i vini possono assumere la sigla DOP, a patto che riportino sull’etichetta l’indicazione di dove sono stati prodotti, sia essa una regione, un singolo paese o una determinata area geografica circoscritta (ad esempio, un vino piemontese può riportare l’indicazione della regione Piemonte, il paese, quale Asti, oppure la località, come le Langhe o il Monferrato).

I prodotti che possono riportare la sigla DOP, ovvero la denominazione di origine protetta, dunque sono: le carni, i formaggi, i vini, l’olio, i cereali, la frutta e la verdura, il pesce, l’aceto, le spezie e taluni beni di origine animale (quali ad esempio il latte, le marmellate, il miele e via discorrendo).
L’aceto balsamico di Modena o quello tradizionale di Reggio Emilia sono alcuni esempi di prodotti DOP, così come l’aglio bianco polesano, l’arancia di Ribera, il formaggio Asiago, il Bra, il basilico genovese, il caciocavallo siciliano, il capocollo calabrese, il Castelmagno, i fichi di Cosenza, la ciliegia d’Etna, la fontina, il miele della Lunigiana, il pane di Altamura, il parmigiano Reggiano, il pistacchio di Bronte e il prosciutto di Parma.

Quando si desidera acquistare un prodotto di alta qualità, avendo la sicurezza che provenga da un territorio specifico e che non sia stato realizzato industrialmente, ma bensì da artigiani esperti e competenti, ricorrere al marchio DOP è sempre una sicurezza. Il compratore avrà la certezza di consumare un prodotto nutriente, sano e genuino, e l’economia dei veri prodotti italiani potrà continuare a sussistere, nonostante la forte concorrenza delle produzioni estere che rischiano di minare quelle di stampo artigianale.

Scegliere i prodotti DOP, inoltre, significa stringere un patto di alleanza con l’ambiente, dal momento che tali beni vengono prodotti con macchinari a basso impatto inquinante e, pertanto, oltre al vostro stomaco che avrà modo, grazie a tali prodotti, di alimentarsi in maniera sana e rustica, non sovraffaticandosi con le vivande di produzione industriale ricche di conservanti e additivi, anche la natura vi ringrazierà!