
IGP
Tutti noi, recandoci al supermercato, avremo sicuramente avuto modo di visualizzare alcuni prodotti, nei banchi frigo o sugli scaffali, che riportavano la dicitura in sigla IGP.Se tale acronimo non vi è famigliare, la lettura di questo articolo potrà risultarvi molto utile, dal momento che esso richiama tutti i prodotti di Indicazione Geografica Protetta, ovvero i beni realizzati in una determinata area geografica e che consentono al compratore/consumatore di godere appieno delle loro proprietà nutritive, avendo la sicurezza di conoscere nel dettaglio da quale stabilimento proviene il prodotto che desidera consumare.
Il marchio IGP indica l’origine del determinato prodotto che, almeno durante la fase iniziale di produzione, deve essere realizzato nella località indicata sull’etichetta. Per ottenere tale riconoscimento, ovvero di poter applicare sul proprio prodotto il marchio IGP, occorre attenersi scrupolosamente alle indicazioni fornite dall’Unione Europea, l’unico organo che può riconoscere a un bene alimentare o un vino do dotarsi di tale sigla, a differenza invece dei prodotti DOP che, invece, necessitano del riconoscimento da parte della Comunità Europea.
Nel caso dei prodotti che riportano la sigla DOP, ovvero la Denominazione di Origine Protetta, ciò che è rilevante sono le caratteristiche tecniche del prodotto e il fatto che tutte le fasi, dalla produzione alla trasformazione finale del prodotto, devono avvenire all’interno di una singola area geografica.
Qualora invece si desiderasse acquistare i prodotti con marchio IGP, occorre essere a conoscenza del fatto che essi fanno riferimento a una specifica qualità del bene alimentare o del vino e, inoltre, basta che anche una singola fase del processo di produzione avvenga all’interno dell’area, della cittadina o della località, mentre le altre possono essere effettuate anche in stabilimenti più distanti.
Tra i principali prodotti che rientrano all’interno della categoria IGP possiamo annoverarne alcuni, come ad esempio: le amarene brusche di Modena, l’asparago verde di Altedo, la bresaola della Valtellina, il cappero di Pantelleria, la carota novella di Ispica, la castagna di Montella, la cipolla rossa di Tropea, il lardo di Colonnata, la mortadella Bologna, la patata della Sila, il pomodoro di Pachino, lo speck dell’Alto Adige e lo zampone di Modena.
Quando si desidera acquistare un prodotto con il marchio IGP, occorre tenere presente che è possibile reperire tale qualità anche per quanto concerne le produzioni vinicole, anche se comunque è più frequente ritrovarlo sui prodotti agricoli e alimentari quali i pesci, la frutta e la verdura, il pane, le carni e i formaggi.
L’ambiente geografico è il fattore principale che consente di riconoscere un vero prodotto IGP, ovvero di indicazione geografica protetta, avendo la completa sicurezza di gustare un bene alimentare o un vino di alta qualità che è stato prodotto in una determinata area geografica, senza subire spostamenti eccessivamente lunghi e conservando pienamente le qualità a livello di gusto, profumo, naturalezza e principi nutritivi.
Acquistare e consumare un prodotto che riporti la sigla IGP sull’etichetta vuol dire operare in qualità di consumatore attento e responsabile che, oltre a desiderare di alimentarsi con beni nutrienti e gustosi, desidera anche rispettare il patto di rispetto con la natura, senza rischiare di inquinarla e contaminarla portando avanti il mercato dei beni industriali che, oltre a non essere sani, prevedono un ciclo di produzione che reca dei seri danni all’ambiente.

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